Food Tourism: le bontà della Costiera Amalfitana

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Ci sono luoghi che profumano di buono al sol varcarne la soglia: uno di questi è sicuramente la Costiera Amalfitana.

Di una bellezza mozzafiato, con i suoi panorami a picco sul mare, e visitata ogni anno da tantissimi turisti ed intellettuali curiosi di scoprirne cattedrali, musei e monumenti, questa lingua di terra campana è famosissima anche per tutte le prelibatezze che propone ogni giorno all’interno di panetterie, pasticcerie e botteghe food artigianali.

Proviamo, quindi, a fare un viaggio virtuale attraverso questi sapori unici al mondo!

Il Provolone del Monaco

Cominciamo da una proposta salata: il Provolone del Monaco.

Si tratta di un formaggio semiduro a pasta filata, stagionato e
ottenuto dalla lavorazione del latte crudo della vacca Agerolese: di esclusivo appannaggio dei Monti Lattari, dal 2010 è diventato DOP.

La sua forma affusolata ci appare sempre incredibilmente familiare, perché la sagoma di questo caciocavallo è, ormai, parte integrante persino degli arredi domestici e delle taverne che lo propongono agli ospiti, appeso al soffitto tramite una corda che scava piccoli solchi sulla sua superficie esterna.

Insomma, bello e caratteristico da vedere, buonissimo da mangiare.

Limoni: ingredienti di tante specialità

La zona costiera è conosciuta in tutto il mondo per la bontà dei suoi limoni:
lo “sfusato amalfitano” e l'”ovale di Sorrento” dominano le ricette tradizionali del circondario, tant’è che sono gli ingredienti principali delle gustosissime delizie al limone proposte dai mastri pasticceri e del limoncello (anche in formato cremoso) che viene esportato in ogni angolo del globo nelle sue caratteristiche bottiglie in vetro.

La santarosa, antenata della sfogliatella

Impossibile non citare, poi, anche una “antenata” della sfogliatella odierna, che è diventata simbolo della città di Napoli: stiamo parlando della santarosa, preparata per la prima vola, secondo la leggenda, in un convento arroccato sulla rupe tra Furore e Conca dei Marini, oggi diventato un meraviglioso hotel.

Questo dolcetto monoporzione, secondo il racconto, aveva preso vita dalle mani della cuoca monaca che, riciclando degli avanzi, aveva ricreato questa sagoma a forma di cappuccio monacale farcita con crema pasticcera e amarene.

Se avete voglia di assaggiarla, sappiate che in tutta la Campania è davvero raro trovarla: è solo nelle pasticcerie della costiera che è possibile gustarle ancora secondo la ricetta tradizionale!

Colatura di alici di Cetara

Infine, una menzione è meritata sicuramente anche dalla colatura di alici di Cetara, un prodotto agroalimentare tradizionale che affonda le radici, appunto, proprio nel piccolo borgo marinaro di Cetara. Addirittura, la preparazione secondo l’antica ricetta è conservata in un Disciplinare della Regione Campania. Ma di cosa si tratta esattamente?

È una salsa liquida trasparente, leggermente ambrata, realizzata con un procedimento tradizionale di macerazione delle alici – rigorosamente pescate in zona tra il 25 Marzo (festa dell’Annunciazione) e il 22 Luglio (Santa Maria Maddalena) – in una soluzione di acqua e sale.

Le origini risalgono addirittura al tempo dei Romani (che preparavano una salsa simile chiamata garum) e, oggi, questo gustoso condimento trova impiego in spaghettate, piatti di pesce, contorni a base di verdure e panini farciti.

Insomma, per gli amanti della tradizione gastronomica italiana c’è solo l’imbarazzo della scelta!
E voi, avete già deciso cosa assaggiare?

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