L’Anfiteatro Campano: dove Spartaco guidò la sua rivolta

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E se poteste mettere piede nello stesso luogo in cui Spartaco ha, fisicamente e metaforicamente, spezzato le sue catene e dichiarato guerra all’antica Roma?

Tutto questo è possibile: basta incamminarsi verso Santa Maria Capua Vetere ed entrare nel suo meraviglioso Anfiteatro Campano, chiamato anche “il piccolo Colosseo” in quanto si pensa che sia servito da modello per la mastodontica opera che sorge nella capitale (tant’è che è secondo solo ad essa in dimensioni).

Un vero e proprio punto cardine della storia, capace di rivelare ancora moltissimi segreti, che si incornicia perfettamente nella luce del giorno e accompagna il sole verso il tramonto filtrandone la luce in uno spettacolo che incanta i fortunati che possono assistervi. Uno di quei posti, insomma, da visitare almeno una volta nella vita.

Tempo fa anche la troupe della RAI, capeggiata da un appassionatissimo Alberto Angela, ha visitato le sue aree, perdendosi in un interessantissimo racconto che è possibile riscoprire nel video messo a disposizione da RaiPlay.

2000 anni di storia

Sembra incredibile, eppure molti edifici che restano in piedi ancora oggi – perlomeno in parte – hanno potuto osservare il succedersi delle generazioni, vedendo i propri suoli calpestati da schiavi, nobili, martiri e carnefici, ma anche da uomini moderni e strumenti iper tecnologici pronti a scoprirne ogni mistero. È proprio il caso dell’Anfiteatro Campano, in piedi, secondo alcuni, dal I secolo a.C. e, secondo altri, dal I-II secolo d.C. (tesi più accreditata), sorgendo sulle ceneri di una struttura preesistente di cui sono ancora visibili dei resti.

In ogni caso, sono già 2000 anni che troneggia nel paesaggio casertano, facendo la storia del luogo.

Capace di accogliere 40mila persone (divise in tre ordini sociali, inclusa una zona riservata alle donne), è stato un’importantissima arena romana che ha raccolto gli spettacoli, le tragedie, il dolore ed il coraggio dei gladiatori, acquisendo un ruolo di importanza molto particolare nella cultura classica e moderna proprio perché fu nei suoi pressi (molto più probabilmente della struttura preesistente, stando alle date) che, nel 73 a.C., Spartaco riuscì a guidare la ribellione degli schiavi che avrebbe messo in seria difficoltà il mondo romano per almeno un paio di anni. Il coraggioso gladiatore proveniva da una famiglia nobile ed era stato anche parte dell’esercito romano, prima di ritrovarsi – per mala sorte – a gareggiare contro altri schiavi e belve feroci nell’arena dell’anfiteatro: era stato, infatti, scoperto disertore poiché la dura disciplina della milizia lo aveva scoraggiato e ridotto alla fuga, anche se non tutti gli storici sono d’accordo sulla punizione della riduzione in schiavitù; quello che si sa è che venne venduto ad un lanista che possedeva una scuola per gladiatori proprio nelle immediate vicinanze dell’edificio e che la lunga ed organizzata rivolta che lo vide protagonista cominciò proprio in questi luoghi, fomentata dalle condizioni disumane in cui questi uomini si ritrovavano a vivere ogni giorno.

La struttura a pianta ellittica, come detto, imita le dimensioni e le soluzioni architettoniche del Colosseo e si è certi che, esternamente, disponesse di ben 4 piani, adornati con diversi busti di divinità (oggi visibili tra i Musei e il Municipio della città di Capua, insieme ad altri resti); custodiva anche una splendida Venere, attualmente esposta tra le bellezze del MANN, a Napoli.

In effetti, dopo un periodo di assoluto splendore che, durante l’Impero Romano, lo aveva visto protagonista, l’Anfiteatro Campano subì moltissimi danni, a partire dai Vandali di Genserico e dai Saraceni. Successivamente fu utilizzato come fortezza difensiva per i Longobardi e, infine, depredato in maniera incurante e violenta dagli stessi capuani per utilizzarne i materiali per la costruzione del cosiddetto “Castello delle Pietre“, del Duomo, del relativo campanile e di molti palazzi della città.

La pace venne riacquistata soltanto in epoca borbonica, momento in cui la struttura venne legalmente protetta dichiarandola, finalmente, monumento nazionale.

Visite

Oggi l’anfiteatro è a disposizione di chiunque voglia perdersi tra le sue arcate di pietra e gli infiniti sotterranei pieni di storie appartenute ad uomini di un’epoca tanto lontana dalla nostra; il sito fa parte di un intero ed interessantissimo tour: con un biglietto di soli 2,50 euro, infatti, è possibile visitare anche l’annesso Museo dei Gladiatori (posto al suo interno), il meraviglioso e misterioso Mitreo (ubicato in prossimità, ma fuori dalle mura) e il Museo Archeologico dell’Antica Capua.

Un’esperienza assolutamente imperdibile.

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