Luoghi incantati: la Casina Vanvitelliana sul Lago Fusaro

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Ci sono posti, all’interno dei Campi Flegrei, che sembrano usciti dalla fantasia di un poeta, dalle pennellate di un artista d’altri tempi.

Non è un caso che moltissimi di questi luoghi siano entrati nella storia e nella mitologia anche attraverso opere eterne, come l’Eneide di Virgilio, ancora oggi studiata in tutte le scuole della nazione.

L’incontro naturale del mare con gli stralci di terra, dell’acqua con le bocche vuote dei vulcani “addormentati” ha dato vita ad uno dei paesaggi più incredibili, interessanti e struggenti di tutto il mondo, dove dolce e salato, magma e fumarole coesistono e si danno il cambio a distanza – in qualche caso – di pochi metri.

In questo scenario si inserisce, certamente, anche il meraviglioso territorio di Bacoli con il suo Lago Fusaro e la Casina Vanvitelliana che, a guardarla, sembra quasi galleggiarci sopra.

Il Lago Fusaro

Il Lago Fusaro è separato dal mare soltanto da una sottile fascia costiera, tant’è che le sue acque sono salmastre e famose, sin dal III secolo a.C., per essere sede di una particolarissima biodiversità, ancora oggi apprezzata. Basti pensare che, per secoli, sui suoi fondali sono stati raccolti quintali e quintali di mitili.

Tantissimi sono stati i reperti archeologici scoperti nei suoi pressi e al di sotto delle sue acque, ma l’elemento assolutamente caratterizzante è proprio quello culturale: in antichità, infatti, l’intera laguna era identificata come la palude infernale generata dal fiume Acheronte, quello su cui venivano traghettate – secondo il mito – le anime dei defunti, chiamata, appunto, Acherusia Palus.

In tempi decisamente più recenti, invece, si credeva che un bagno in quelle acque avrebbe potuto curare l’infertilità femminile.

La Casina Vanvitelliana

La Real Casina sorge su una piccola isoletta all’interno del lago: inizialmente era raggiungibile solo tramite imbarcazioni ma, oggi, è collegata alla terraferma da uno splendido ponticello in legno, che rende l’atmosfera ancora più incantata.

Restare a guardare il sole tramontare alle sue spalle è davvero una delle cose da fare almeno una volta nella vita; sembra un posto uscito dalle fiabe, anche perché il tutto si trova all’interno di un parco pieno di verde e di spazi da godersi durante le stagioni più calde.

Ma quali sono le origini di questo piccolo edificio, tanto incantevole da essere impresso su pellicola anche in tanti film?

Fino alla prima metà del Settecento, la zona del Fusaro era scarsamente abitata: tutto cambiò quando, dal 1752, divenne riserva di caccia e pesca dei Borbone. Fu Luigi Vanvitelli ad essere incaricato delle opere che avrebbero dovuto dare un volto distintivo al luogo, progetti tra i quali, una volta salito al trono Ferdinando IV, comparve anche quello che, all’epoca, venne concepito come un Casino di Caccia Reale, costruito nel 1782 dal figlio dell’architetto, Carlo, che si occupò anche di concludere i lavori del padre dopo la sua morte. La pianta è stata concepita in maniera davvero originale e articolata, con tre corpi ottagonali che si intersecano l’uno sull’altro fino a restringersi per dare vita alla chiusura che ne identifica il tetto; grandi finestre, poi, si affacciano sul lago dai due livelli.

Nel tempo, questa minuscola ma preziosissima costruzione è stata anche residenza di ospiti d’eccezione: a inizio Ottocento fu la volta di Francesco II d’Asburgo-Lorena, ultimo Imperatore del Sacro Romano Impero, primo Imperatore d’Austria e ultimo Duca di Milano, mentre successivamente toccò a Mozart, Rossini e al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

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