Un isolotto a forma di delfino: l’Arcipelago Li Galli
Ci sono luoghi che sembrano usciti dalla fantasia di uno scrittore, pronti a diventare scenario di romanzi, film e racconti.
Ad esempio, cosa pensereste se qualcuno vi parlasse di un isolotto a forma di delfino appollaiato in mezzo al mare? Probabilmente non ci credereste o immaginereste tutto come un’enfatizzazione… eppure il Gallo Lungo – questo il nome della micro isola – è proprio lì, nel suo piccolo arcipelago, a pochissimi chilometri dalla Penisola Sorrentina e ad un passo da Positano, raggiungibile con delle semplici imbarcazioni.
Geografia
Il mini arcipelago Li Galli è facilmente visibile dalla costa, ma è dall’alto che mostra tutta la sua bellezza: i 3 isolotti – Gallo Lungo, La Rotonda e Dei Briganti, detto anche La Castelluccia – sembrano incastonati in quel gioiello chiamato Mar Tirreno che circonda ad Ovest la nostra Penisola. L’unico abitato sin dai tempi dei Romani è proprio il primo, quello più esteso, incredibilmente sagomato da Madre Natura come un delfino, quasi come monito per i naviganti per il passaggio di queste meravigliose creature che spesso avviene lungo questi fondali.
Oggi l’intero agglomerato fa parte dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, con tutto il verde, gli arbusti ed i fiori narcisi che invadono la superficie degli isolotti.
Tra storia e leggende
Chi è appassionato di letteratura antica e mitologia sarà piacevolmente sorpreso nello scoprire che questi isolotti sono stati coinvolti sia nelle avventure di Ulisse che in quelle degli Argonauti. Secondo le leggende, infatti, è proprio al largo della Campania che risiedevano le malefiche sirene – metà donne e metà uccelli (da cui il nome “Galli”), molto diverse da quelle che siamo abituati ad immaginare oggi -, pronte ad ammaliare i naviganti con il loro canto per poi divorarli. Ed è proprio da qui che sarebbe passato Ulisse, di ritorno dalla Guerra di Troia, legato all’albero della sua nave ed in compagnia dei suoi marinai con le orecchie tappate con la cera: era l’unico modo per godere del canto di queste creature senza cedere alla tentazione di lasciarsi conquistare. Secondo un’altra credenza, anzi, sarebbe proprio da qui che si sarebbe originata la storia di quella che sarebbe diventata la nostra Partenope, poiché una sirena che portava questo nome, affranta dal “rifiuto” di Ulisse, si sarebbe lasciata morire; la corrente l’avrebbe trasportata fino all’isolotto di Megaride, dove oggi sorge il Castel dell’Ovo, ed è proprio da lì che sarebbe nata la storia della città di Napoli.
Anche gli Argonauti, in viaggio per la conquista del leggendario Vello d’Oro, sarebbero passati di qui e si sarebbero salvati dalle sirene grazie ad Orfeo, che avrebbe conciliato il sonno a tutti attraverso il suono della sua lira, tanto soave e pieno da coprire completamente il canto di quelle malefiche creature.
La storia, comunque, ci dice che di queste tre isole se ne parlava già nel I secolo a.C.: a testimonianza, alcuni scritti di un geografo e storico greco, Strabone.
Il legame con le sirene sarebbe nato dal fatto che questo piccolo arcipelago si trova lungo la via marittima che porta dal Monte Circeo allo Stretto di Messina e, quindi, secondo il mito, ai due mostri che lì vivevano, Scilla e Cariddi. Si trattava pur sempre di tempi in cui era molto facile che avvenissero incidenti durante la navigazione, in questo caso facilitati dalla presenza di questi grandi “scogli” che sorgevano improvvisamente dal mare, soprattutto per chi non li conosceva o in caso di vento e tempesta. Era un tratto del golfo molto articolato da attraversare all’epoca.
Di certo si sa che su Gallo Lungo sono stati rinvenuti i resti di una domus romana e che, nel 1225, il re Federico II di Svevia donò le isolette, denominate tres Sirenas quae dicitur Gallus, al monastero di Positano; si arrivò, poi, al 1848, quando la famiglia dei Conti di Guissi cominciò a costruirvi una fattoria per l’allevamento dei conigli, che venne distrutta, però, in una tempesta che, nel 1873, affogò anche tutte le povere bestiole.
Tra la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo, l’arcipelago era sostanzialmente selvaggio, abbandonato a se stesso, tranne che per occasionali battute di caccia alla quaglia.
Nel 1924, però, il ballerino russo Léonide Massine lo acquistò e concentrò tutte le sue energie sulla costruzione di una villa che avrebbe ripreso le antiche rovine romane, su un progetto che venne ulteriormente arricchito dall’architetto Le Corbusier. Fu poi la volta di Nureyev, che l’acquistò nel 1989, morendo, però, prematuramente di AIDS nel 1988. Li Galli restò disabitato ancora una volta, fino al 1993, quando Giovanni Russo, imprenditore sorrentino, se lo aggiudicò, insieme a tutte le decorazioni e le costose maioliche lasciate in eredità all’isola da Nureyev, per ben quattro miliardi e ottocento milioni di lire.
Oggi
Ai tempi nostri, Gallo Lungo ospita ancora una lussuosa villa a tre piani abbellita da mosaici turchi e andalusi, dimora temporanea di personaggi di spicco della nostra epoca, come Roberto Rossellini, Anna Magnani, Greta Garbo, Ingrid Bergman, Onassis e Jacqueline Kennedy Onassis…
Recentemente, anzi, l’imprenditore proprietario dell’arcipelago ha ospitato Bono Vox, leader della band degli U2, e continua a mettere a disposizione dei più abbienti l’intero isolotto maggiore per un affitto – in visione di cene esclusive e feste private – a cifre da capogiro: si parla, infatti, di 55mila, 100mila e 130mila euro a settimana, inclusivi di tre ville, torre di guardia (con 13 stanze), eliporto, tre piscine e due barche.