Tesori nascosti: villa di Caius Olius Ampliatus a Ponticelli

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di Silvia Semonella

L’Italia è piena di tesori artistici che testimoniano la sua meravigliosa storia millenaria.

La Campania occupa sicuramente un posto d’onore tra i luoghi nostrani ricchi di siti di interesse culturale: negli anni, le scoperte non si sono mai fermate e gli scavi hanno portato alla luce reperti di valore inestimabile.

Un chiaro esempio sono le navi greche ritrovate durante gli scavi effettuati per la metropolitana di Piazza Municipio oppure la villa romana di Caius Olius Ampliatus a Ponticelli.

Ma come è stata scoperto questo sito?

La scoperta

Negli anni ’80, il terremoto dell’Irpinia ha distrutto anche parte della città di Napoli e si necessitava di trovare aree edificabili, in periferia, per poter dare nuovi alloggi agli sfollati del centro città. L’edilizia post terremoto, specie nella zona Est di Napoli, in particolare a Ponticelli, è stata una delle più presenti e, proprio durante uno degli scavi per la costruzione di questi edifici, è venuta alla luce la villa del patrizio romano. Tutto ciò, ovviamente, impose l’’intervento della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Napoli e Caserta per la sospensione dei lavori di costruzione.

In realtà, gli scavi archeologici, eseguiti in più riprese, portarono alla luce i resti di due ville romane di epoche differenti. Sebbene in entrambi i casi si trattasse di ville rustiche, ossia destinate allo sfruttamento agricolo dell’area, una risaliva all’epoca repubblicana e fu distrutta dalla violenta eruzione del Vesuvio del 79 d.C. mentre l’altra aveva rioccupato l’area nei secoli successivi, esattamente tra il II e il V o VI secolo.

La villa

La villa si estende su uno spazio di circa 2000 metri quadri e, secondo gli archeologi, disponeva anche di un portico colonnato per dividere la zona abitativa da quella di deposito. Si pensa, infatti, che avesse dei locali destinati alla produzione e conservazione di olio e vino.

Studiando la disposizione degli ambienti, in effetti, delimitando proprio quelli destinati alla produzione del vino, gli archeologi hanno ritrovato al suo interno una vasca per la fermentazione del mosto.
Negli altri ambienti delineati, invece, furono scoperti torchi e vasche per la produzione dell’olio ed anche un luogo destinato a quella del pane.

Si tratta, quindi, di una vera e propria villa rustica, nel mezzo della campagna napoletana, a ridosso del Vesuvio. Dopo l’eruzione del 79 d.C., gli abitanti la abbandonarono, lasciando numerose suppellettili. Il ritrovamento più interessante, però, è stato sicuramente il corpo di uno dei suoi abitanti. Rintanatosi nei sotterranei per sfuggire alla furia del vulcano, nulla riuscì a salvarlo dal suo destino e bruciò vivo; il suo cadavere, però, ha permesso di identificare il proprietario della villa.
Un anello ritrovato accanto al suo corpo, infatti, riportava il sigillo dell’ultimo proprietario, Caius Olius Ampliatus, discendente di uno dei veterani di Silla che, a partire dal I secolo a.C., furono stanziati nell’area vesuviana come coloni.

Oggi

Oggi la villa romana si trova all’interno del Lotto O di Ponticelli, in via Decio Mure, ad angolo con via Della Villa Romana, nei pressi del nuovo Ospedale del Mare.

È stata recintata e, sul muro costruito per la sua protezione, è stato dipinto un grande murales, opera di Paolo ShaOne Romano (co-fondatore del gruppo rap “La Famiglia”), eseguito con la direzione dell’n INWARD.

Purtroppo, nel novembre 2018, all’interno della villa – sembra in un capanno degli attrezzi – si è sviluppato un incendio che ha provocato diversi danni alla struttura; tuttavia vengono regolarmente effettuate delle visite guidate a cui si può partecipare previa prenotazione.

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