Borghi fantasma: Roscigno Vecchia

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Quando parliamo di borghi fantasma sembra sempre che ci riferiamo a qualcosa di lontano dalla nostra realtà, dal nostro raggio territoriale di appartenenza.

In realtà, anche in Campania esistono diversi paeselli che sono stati letteralmente abbandonati, per i motivi più disparati, dai propri abitanti: tra questi, Roscigno Vecchia, nel Cilento, in provincia di Salerno. Un’intera cittadina che oggi conta un solo abitante.

Il paese che cammina

Il comune di Roscigno fa parte del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, un’area di oltre 181mila ettari dalle inconfondibili bellezze naturali e Patrimonio UNESCO (oltre che Riserva della Biosfera e Geoparco) grazie ai siti archeologici di Paestum e Velia e alla Certosa di Padula.

Geograficamente, il territorio si divide in due, con il paese vecchio e quello nuovo dove, in ogni caso, il numero di abitanti non arriva nemmeno a 800. L’origine del nome, secondo molti, è da ritrovarsi nel termine dialettale “russignuolo“, cioè “usignolo”, uno dei tanti volatili che ancora caratterizza l’intero circondario da sempre ad economia agricola, tra quegli immensi spazi coltivati a vite e ulivi.

I primi insediamenti abitativi risalirebbero alla fine dell’anno Mille e, tra anni di lavori, ricerca dell’autonomia e un episodio di brigantaggio, si arrivò all’inizio del Novecento, quando i suoi abitanti furono costretti a lasciare le loro case per stabilirsi poco oltre, in zone più sicure.

In effetti, gli interventi di ricostruzione si sono resi spesso necessari poiché si tratta di una zona geograficamente molto instabile e soggetta a frane ed alluvioni: con il passare del tempo, i residenti si sono abituati a questo tipo di imprevisti, tant’è che l’intero centro è stato riedificato tre volte (da qui il soprannome “il paese che cammina”), ma agli inizi del secolo scorso si è resa necessaria una vera e propria migrazione verso “Piano“, dove oggi si trova Piazza Giovanni Nicotera, che si è conclusa con la nascita di un nuovo borgo, quello di Roscigno Nuova.

Emblematico quanto accaduto ad un residente nel 1776, quando si tuffò in un neo-laghetto formatosi improvvisamente a causa di una frana e di una conseguente depressione del terreno: Francesco Mazzeo, questo il suo nome, non risalì mai con i dati che cercava (la profondità dello specchio d’acqua), se non da cadavere circa una settimana dopo.

Oggi

Attualmente Roscigno Vecchia è un paesino fantasma, dove le dimore ed i viali appaiono deserti e disabitati… tranne in un caso.

Infatti, dopo la morte di Dorina, ultima storica residente di questo borgo dimenticato dagli uomini, si è instaurato fedelmente un uomo, Giuseppe Spagnuolo, che ha deciso, dopo una vita passata a viaggiare e a stabilirsi altrove per lavoro, di riposare proprio nel suo luogo di origine, anche se non vi è rimasto più nessuno.

La sua intenzione non è passiva, però, anzi: l’obiettivo è “salvare” Roscigno Vecchia, perché “è questo il vero paese, non l’altro“, assicura. Una casetta di due stanze, una corona di peperoncini essiccati sull’uscio, pipa in bocca e voglia di fare da Cicerone, accoglie turisti e curiosi che si inerpicano fin lassù per conoscere la storia e i misteri di un luogo che è rimasto fermo nel tempo ad un secolo fa.

Non si sente solo né abbandonato: il signor Giuseppe è stato anche intervistato dal National Geographic ed è riuscito a creare nuovo interesse intorno al suo amato paesino. Ad oggi, infatti, è attivo anche un sito internet che raccoglie informazioni ed iniziative che coinvolgono il piccolo comune: consultandolo, si nota subito che è stato istituito un piccolo Museo di Civiltà Contadina nei locali che un tempo furono del Municipio ed è possibile informarsi sull’itinerario da percorrere per raggiungerlo.

Un’occasione imperdibile, insomma, per chi ama visitare luoghi abbandonati, per riscoprire il suono del silenzio e il dominio della natura… ma anche per incontrare il mitico Giuseppe!

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