Trasporto pubblico: un costo o una risorsa?
di Silvia Semonella
Il trasporto pubblico è ormai da anni il tallone di Achille della Campania. Servizi congestionati e chiaramente non all’altezza della richiesta rendono impossibile la vita di migliaia di lavoratori e pendolari, costretti a provare sulla propria pelle i risultati dei sempre più frequenti tagli al settore.
È recentissima l’approvazione della legge di bilancio 2019 che, ancora una volta, penalizza fortemente il servizio locale. Sono stati bloccati, infatti, 300 milioni del Fondo Nazionale dedicato proprio al trasporto pubblico, circa il 5,4% della dotazione complessiva.
Cosa dovranno fare, quindi, gli Enti locali e le Regioni? Le soluzioni sono tre: riduzione dei servizi sin da subito, aumento delle tariffe per compensare i tagli oppure attendere l’esito delle valutazioni sui conti pubblici a luglio, rischiando di trovarsi senza copertura finanziaria per i servizi forniti nella prima metà dell’anno.
La situazione, purtroppo, è spinosa e, se gli Enti locali decidessero di aumentare il costo dei biglietti, a farne le spese sarebbero gli utenti, costretti a pagare un prezzo maggiorato per un servizio sempre più scadente e corse ridotte.
Dall’altro lato, sicuramente, una rete di trasporto pubblico locale efficiente, confortevole ed ecosostenibile potrebbe portare ad un aumento dei suoi utilizzatori, oltre che a una riduzione della congestione del traffico. Proprio alla luce della rinnovata attenzione posta ai problemi ambientali e agli obiettivi di riduzione dei livelli di inquinamento dell’aria, il miglioramento dei servizi di trasporto pubblico dovrebbe essere una priorità.
Per raggiungere questo obiettivo sarebbe necessario un aumento delle risorse e della spesa da parte dello Stato e degli Enti locali.
Ovviamente, in seguito alle conseguenze della nuova legge di bilancio, tutto ciò risulta – perlomeno al momento – quasi irrealizzabile e utopistico.
Soluzioni
La soluzione ottimale a tutto ciò potrebbe essere quella di ottimizzare la frequenza delle corse, effettuando una prenotazione oraria in funzione dei servizi dei vari enti o delle aziende. Ovviamente, ciò permetterebbe di dilazionarle in modo intelligente in base all’affluenza e alle prenotazioni.
Purtroppo, questa sembra quasi una proposta futuristica; l’utente medio, ormai, piuttosto che pagare prezzi esorbitanti per un servizio scadente, preferisce affidarsi al trasporto privato. La differenza è abissale: pagando quasi lo stesso prezzo, il passeggero, oltre ai comfort, ha anche a disposizione una grande varietà di orari e la possibilità di personalizzare il suo viaggio.