Ponte Real Ferdinando: il confine tra Campania e Lazio

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Ci sono luoghi della Campania che sono sconosciuti persino a molti residenti e che convogliano e racchiudono tantissimi secoli di storia, vicissitudini, scontri e strette di mano.

Uno di questi è sicuramente il meraviglioso Ponte Real Ferdinando, sito al confine della regione con il Lazio e riaperto da poco al pubblico dopo una breve chiusura per un cambio di sovrintendenza.

Il ponte sospeso sul Garigliano

Visitando l’area archeologica di Minturnae, è praticamente impossibile non imbattersi in questo ponte, maestoso e sicuro, dominante sul percorso del fiume Garigliano, il confine fluviale che, dal 1927, separa le due regioni.

I due piloni si antepongono ad una struttura complessiva di 128 metri (incluse le due rampe di accesso) ed il sistema di sospensione è affidato a due coppie di catene che lo hanno reso il primo ponte di questa fattura mai costruito in Italia ed il secondo in Europa, dopo quello britannico. Si tratta, infatti, di una struttura particolarmente all’avanguardia della sua epoca (1832) che sfidò – con successo – la fallimentare impresa della Francia nell’edificazione di un ponte simile che si elevasse sulla Senna. Ma quali sono le sue origini?

La storia

Il primo ponte sospeso a catenaria era stato edificato, come detto, in Inghilterra nel 1824, ma l’originaria idea di una struttura di questo tipo risale addirittura al 1817, ad opera di un italiano, il mineralogista, geologo e vulcanologo Carminantonio Lippi. Quel lampo di genio, come spesso accade, inizialmente non solo non fu preso in considerazione, ma anche quasi ridicolizzato, bollato come retrogrado e appannaggio di civiltà meno erudite, come fosse un’imitazione di progetti simili del Perù e della Cina.

Soltanto in un secondo momento l’ingegnere Luigi Giura, incaricato da Francesco I di Borbone, padre di Ferdinando II, modificò il progetto che gli venne affidato, apportando alla strutturazione iniziale proposta una serie di variazioni provenienti dai viaggi che egli stesso aveva consumato proprio in Inghilterra e Francia.

I lavori cominciarono nel 1828 e terminarono nella primavera del 1832: il ponte venne inaugurato dal re, il 10 Maggio di quell’anno,con una cerimonia solenne. Posto al centro della campata, infatti, Francesco I ordinò il passaggio di due squadroni di lancieri al trotto e sedici traini d’artiglieria. Il costo complessivo? Ben 75mila ducati, ovviamente a carico del regno.

In questo modo si risolse in maniera egregia, comoda ed esaustiva l’attraversamento del fiume.

Questa meravigliosa testimonianza dell’architettura industriale del Regno delle Due Sicilie, però, non è rimasta sempre intatta nel corso dei secoli: nel 1943, infatti, durante il secondo conflitto mondiale, ben in due punti saltò in aria a causa di due mine posizionate dai tedeschi.

Fortunatamente non avvenne una distruzione totale, i due piloni restarono intatti e si è potuto procedere con una ricostruzione ed una restaurazione. Attraverso alcuni fondi istituiti dalla Comunità Europea, nel 1998 è terminata la serie di lavori resasi necessaria per riportare il ponte all’antico splendore, ma l’inaugurazione è avvenuta solo più tardi, nel 2001.

Visite

Oggi il ponte dedicato al figlio di Francesco I può essere visitato, ma non più negli stessi orari del vicino parco archeologico che, fino allo scorso anno, era autorizzato ad aprirne i cancelli e portarvi i turisti.

Dopo una breve chiusura dovuta ad un cambio di sovrintendenza e ad una serie di lavori di ripristino e manutenzione, infatti, è stato riaperto nell’estate 2018 ed oggi rispetta il seguente calendario:

  • aperture ordinarie – la prima e la terza domenica di ogni mese, dalle ore 10:00 alle 13:00;
  • aperture straordinarie – su richiesta inviata a SABAP (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone, Latina e Rieti) o al Comitato Luigi Giura per gruppi di almeno 10 persone con un preavviso minimo di 15 giorni.

Ne vale assolutamente la pena!

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