La Grotta Azzurra di Capri: suggestione, magia e leggende

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Ci sono luoghi che sembrano essere ultraterreni, sbucati da un quadro naturalista e che riescono a incantare i visitatori al primo sguardo: uno di questi è sicuramente la Grotta Azzurra di Capri, l’isola più VIP dell’arcipelago campano.

Situata a pochissima distanza dagli altrettanto celebri Faraglioni, è un anfratto che unisce terra e mare intorno al quale sono sorte, negli anni, tantissime storie e leggende.

Da dimora di mostri e spiriti a suggestiva meta turistica

Quello che è certo è che, in età romana, la Grotta Azzurra è stata utilizzata come un ninfeo marittimo, poiché collegata, a livello sottomarino, alla villa di Gradola, di cui oggi non restano che pochi ruderi. Tantissime, infatti, sono le statue romane (tra cui le raffigurazioni di Poseidone, di un tritone e di altre creature marine) che dovevano adornarla, ritrovate nel 1963 durante alcune indagini archeologiche.

Sull’imperatore Tiberio (proprietario della villa) e sul suo stile di vita, tante dicerie sono state tramandate, tra cui la sua passione per rituali orgiastici, ma c’è molto di più: sembra, infatti, che mentre si dilettasse nel nuotare nelle azzurre acque dell’antro in compagnia di uomini e donne, contemporaneamente si macchiasse di crimini orrendi, gettando i corpi delle persone non gradite da una scogliera; da qui, l’originarsi di tantissimi miti e leggende abbastanza inquietanti, riguardanti mostri e spiriti. Il terrore divenne tale che la grotta, seppur presente in alcune mappe geografiche antiche, venne completamente abbandonata dai marinai, a furia di essere evitata, temuta perché si diceva che potesse portare alla pazzia; venne riscoperta solo nel 1826 dal poeta tedesco August Kopisch.

Da quel momento, l’interesse nei suoi confronti crebbe esponenzialmente, tanto da diventare addirittura tappa obbligata per il Grand Tour dei giovani aristocratici dell’epoca.

Struttura

Al “Duomo Azzurro“, così come viene chiamato, si accede tramite una barchetta guidata da un barcaiolo esperto, che mostrerà come distendersi sul fondo per entrare: l’accesso, infatti, è un anfratto che si trova solo ad un metro dal livello del mare. Il grande ambiente nel quale ci si ritrova catapultati, in realtà, è ricco di ulteriori anfratti ed cunicoli che si pensa portino ad un’altra grotta posta nei pressi. Alcuni studiosi ipotizzano addirittura che fossero artificiali, creati dai Romani alla ricerca di acqua dolce, ma l’esplorazione è vietata – oltre che impossibile – perché l’aria si rivela irrespirabile.

Profonda 22 metri, larga 25 e lunga 60, la Grotta Azzurra, come è facile immaginare, fa dei giochi di luce la sua identità: riflessi argentati (creati da micro-bollicine) percorrono le increspature dell’acqua, mentre una “finestrella” sottomarina filtra la luce esterna e regala quell’energica e rilassante luce blu che è capace di scaldare l’anima.

Tanti sono stati i poeti e i pensatori illustri che hanno dedicato a questo luogo incredibile versi e opere… e non ce ne meravigliamo affatto!

 

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