Il Castello Normanno di Ariano Irpino
A circa 100 chilometri da Napoli è possibile trascorrere una giornata nel Comune di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, il più esteso dell’intera regione.
La città è posizionata sull’Appennino Campano, quasi al confine tra la Campania e la Puglia, ed ha collezionato, nel tempo, una storia ricca di avvenimenti e di contaminazioni, non ultima quella dovuta ai Normanni, i vichinghi di origini danesi e norvegesi che si fecero largo nella bassa Europa – precisamente, proprio nel Sud Italia – a partire, più o meno, dall’anno mille; in particolare, si stabilirono proprio ad Ariano, sede di un’importante contea longobarda, dove in pochi anni riuscirono a usurpare il potere, ottenendo il primo organismo politico ufficialmente riconosciuto proprio qui, nel 1022.
I cavalieri normanni finirono, ben presto, per conquistare l’Italia meridionale, lasciando assumere alla città, di conseguenza, un ruolo primario e, secondo la documentazione storica, andando a potenziare e ristrutturare un castello preesistente già dall’età longobarda.
Sarà qui che il re Ruggero II d’Altavilla terrà, nel 1140, il suo primo parlamento del Regno di Sicilia e che si emanerà l’Assise di Ariano, la nuova costituzione del regno. Trovandosi in una posizione piuttosto particolare, in quanto a sismicità, il territorio cominciò presto a soffrire di dissesti idrogeologici e sarà con la dominazione sveva che, dopo un periodo di massimo splendore, comincerà una lenta fase di declino che sarà acuita, in futuro, anche dalle rivolte di Masaniello, dalla peste (oltre alla malaria e al colera) e da una serie di accadimenti che soltanto con la fine dell’età moderna riusciranno ad estinguere la propria scia negativa; anzi, per un certo periodo la nomenclatura cambiò in “Ariano di Puglia“, per diventare “Irpino” solo nel 1930. I terremoti degli anni ’90 e le guerre mondiali, però, hanno continuato ad accanirsi sulla zona, tanto che la polazione cominciò ad emigrare verso le vicine periferie, lasciando il centro storico come sospeso nel tempo, a metà tra una ricostruzione ed un abbandono.
È proprio sull’omonimo colle che risiedono ancora oggi, dopo tutti questi anni, i resti del castello di Ariano Irpino.
Il castello
La posizione del maniero è, di certo, strategica: si tratta, come anticipato, di una fortezza di difficile accesso situata tra l’Irpinia e la Puglia, che domina le valli sottostanti e personalizza l’intero skyline cittadino, offrendo una vista panoramica mozzafiato.
Secondo documenti storici, doveva trattarsi di un vero e proprio baluardo difensivo per guerre ed invasioni, con le sue 4 torri e la sua forma trapezioidale assolutamente irregolare; in particolare, le torri ospitano tutte diversi vani e, nella parte superiore, era ubicato un altro edificio (“Torre Grande“) accessibile soltanto tramite un ponte: oggi, di quella struttura, restano solo ruderi. Di certo, però, si sa che questo ampliamento era stato voluto dai Normanni, esattamente come la costruzione delle cisterne che costeggiavano la corte che lo affiancava; tutto questo, purtroppo, finì nelle mani sbagliate con l’arrivo dei Saraceni e ci furono tantissimi danneggiamenti alla struttura. Un plauso si deve a Carlo d’Angiò e Ferdinando d’Aragona che, in tempi diversi, si occuparono di un’importante opera di ricostruzione e restauro.
L’ultimo avvenimento storico che vide protagonista il castello furono le Guerre d’Italia del secolo XVI, dopodiché, già gli scritti del ‘700 parlano di un rudere costituito da torrioni e pezzi di mura di cinta.
Nell’Ottocento, poi, si diede vita alla villa comunale di 50mila metri quadri che impera ancora oggi sul territorio, arrivando fino all’età contemporanea, in cui un nuovo, importante restauro ha avuto luogo, scoprendo reperti in ceramica locale (che attestano un antico ruolo manifatturiero della città) probabilmente anteriori al Trecento, e si è costituito il Museo della Civiltà Normanna.